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GDPR
Stefania Spoltore
13/07/2018

I primi effetti del GDPR: critiche per Facebook e Google

Dopo l’entrata in vigore del GDPR, le imprese digitalizzate europee hanno avuto un sovraccarico di reclami e richieste da parte dei loro clienti.


Il numero di reclami nel mese di giugno è incrementato notevolmente anche per i colossi come Facebook, Netflix e Samsung


Se sei il titolare di un’impresa digitalizzata potrai ben capire le attuali problematiche che tutte le imprese in fase di adeguamento al GDPR, stanno attraversando in questo periodo. 


In questo articolo ti aggiornerò sull’attuale situazione delle imprese europee, compreso le multinazionali come Facebook e Google, dopo l’entrata in vigore delle nuove norme europee sulla privacy.


Le aziende più colpite attualmente dai reclami riguardano i settori hi-tech, media, banche e retailer.


Molti istituti finanziari che sono obbligati a raccogliere informazioni dettagliati dei loro clienti, denunciano un aumento dei costi e dei tempi, causato dalle nuove leggi europee sulla privacy.


Secondo alcuni analisti, lo scandalo che ha colpito Facebook e Cambridge Analytica, ha portato gli utenti del web ad essere più diffidenti, di conseguenza ad effettuare maggiori richieste e reclami ai software, piattaforme e imprese online.


Recentemente  l’Information Commissioner’s Office (Ico), in Gran Bretagna, ha imposto la prima sanzione di 500.000 sterline per Facebook, utilizzando la massima sanzione prevista nel Regno Unito per i casi Data Breach. 



Anche Google è sotto i riflettori, dal 25 maggio 2018 sta causando alle aziende problemi sulla gestione dei consensi. L’implementazione non ancora effettuata del Transparency and Consent Framework di IAB (Framework per la pubblicità comportamentale online) comporta dei ritardi che, di conseguenza, creano problemi di targetizzazione da parte di alcune aziende che continuano ad erogare campagne targetizzate anche ad utenti che non hanno dato il loro consenso. 


Google promette l’integrazione del framework per agosto, rischiando così di violare le norme attualmente in vigore.


Com’è la situazione per le imprese italiane?


In Italia il percorso verso la conformità sembra essere difficile e rallentato, le imprese italiane digitalizzate sono molto incerti riguardo le nuove norme sulla privacy. 


Si avvicina intanto il 21 agosto, data in cui il governo italiano dovrà adottare uno dei decreti legislativi per unire il sistema italiano alle regole del GDPR.


Il 10 Luglio, durante la Relazione annuale 2017 dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, il Garante Antonio Soro lancia i primi allarmi: “Per molto tempo i governi hanno sottostimato gli effetti e i rischi di un regime privo di regolamentazione, nel quale i grandi gestori delle piattaforme del web hanno scritto le regole, promuovendo un processo inarrestabile di acquisizioni e concentrazioni, dando vita all'attuale sistema di oligopoli”. Continua il suo discorso parlando dell’attuale situazione in Italia dopo il 25 maggio: “In Italia, nel solo mese di maggio, gli attacchi informatici hanno toccato la soglia di 140 al giorno. Dal 25 maggio sono aumentate di oltre il 500% le comunicazioni di data breach al Garante, che hanno interessato, assieme a quelli notificati a partire da marzo, oltre 330.000 persone”.


Non resta che aspettare agosto per avere un decreto legislativo ufficiale e chiaro, in modo che tutte le imprese italiane possano continuare la loro strada verso la totale conformità e in modo da trovare una soluzione immediata sugli attacchi informatici, data breach e sui reclami.



Ti aspetto nei prossimi articoli con aggiornamenti, contenuti freschi e tanto altro.


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