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Attualità
Stefania Spoltore
29/06/2021

Vaccino Covid in azienda: come funziona e chi può accedere


Il vaccino Covid in azienda ha preso ufficialmente il via il 3 giugno 2021 e le vaccinazioni avvengono in base ad una lista INAIL in cui sono elencate le attività che hanno una priorità legata al livello di rischio a cui sono esposti i lavoratori. 


L’INAIL ha dato delle indicazioni chiare sul vaccino in azienda, pubblicando un primo documento in aprile, elaborato assieme ai ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Sempre ad aprile, inoltre, è stato firmato anche l’accordo tra governo e parti sociale per l’introduzione delle linee guida. 

 

Le aziende che hanno risposto all’appello di Confindustria per l’avvio del vaccino in azienda sono migliaia, tra cui società molto conosciute su tutto il territorio come Burger King. 

In questo articolo vedremo nel dettaglio come funziona il vaccino in azienda e chi può farlo, quali sono le linee guida e chi può procedere alla somministrazione del vaccino. 



Vaccino Covid in azienda: linee guida e come funziona


Le linee guida per il vaccino in azienda aiutano le imprese a procedere correttamente alle somministrazioni dei vaccini sul posto di lavoro. L’obiettivo del Governo e delle Istituzioni, è quello di coinvolgere i lavoratori delle grandi aziende e delle PMI a ricevere il vaccino contro il Covid-19 per proteggere se stessi, i loro colleghi e chi li circonda.


Il documento INAIL stabilisce che è possibile procedere alla vaccinazione in azienda indipendentemente dall’età dei lavoratori, a patto che ogni impresa garantisca la massima efficacia, efficienza e sicurezza, con la presenza di un personale sanitario formato. 


Come funziona


Il protocollo con le linee guida firmato dai sindacati indica come funziona il vaccino in azienda e stabilisce l’importanza delle sedi per la somministrazione del vaccino. Confindustria ha eseguito la ricognizione a livello nazionale per individuare i posti di lavoro adatti alla somministrazione e ha confermato l’idoneità di 212 centri. A questo progetto, sono stati coinvolti anche TIM, Enel, Burger King e Leonardo che si impegnano a vaccinare anche le piccole realtà aziendali attraverso un programma di collaborazione. 


Non c’è il requisito dell’età dei lavoratori da considerare in azienda, tuttavia, è raccomandato reindirizzare i soggetti a rischio presso i centri vaccinali dell’Azienda Sanitaria di riferimento per garantire una maggiore protezione. 


Tutte le imprese, senza limite di dimensione, possono aderire alle linee guida per la vaccinazione in azienda:


  • Le piccole imprese, possono richiedere convenzioni con strutture sanitarie private;

  • Le PMI possono sfruttare la rete territoriale dell’INAIL;

  • Le grandi imprese possono dotarsi di centri mobili vaccinali.


L’INAIL chiarisce che: “Gli spazi destinati all’attività di vaccinazione in azienda, anche appositamente allestiti presso punti vaccinali territoriali approntati dalle Associazioni di categoria di riferimento, potranno essere utilizzati per la vaccinazione di lavoratrici e lavoratori appartenenti anche ad altre aziende.


Chi può fare il vaccino Covid in azienda


Il vaccino in azienda può essere fatto da tutti i lavoratori dipendenti, senza distinzione in base al contratto. La priorità è sempre data alle categorie più a rischio contagio, indicate nella lista INAIL.


Il nuovo documento INAIL suddivide le attività in tre classi, in base a diversi criteri che tengono conto delle categorie a rischio. I parametri di valutazione sono: l’esposizione, la prossimità e l’aggregazione. 


Le tre classi di priorità per i lavoratori che ricevono il vaccino covid in azienda sono:

 

  • I classe, in cui rientrano le seguenti attività: industrie alimentari; pelli e similari; stampa e produzione di supporti registrati; reti fognarie; trasporto terrestre e trasporto mediante condotte; trasporto aereo e marittimo; servizi postali; servizi di vigilanza e investigativi; attività cinematografica; attività artistiche, sportive e di intrattenimento; lotterie, scommesse e sale da gioco;

  • II classe: coltivazioni agricole; pesca; estrazione petrolio; industria delle bevande; industria tessile; costruzione degli edifici; raccolta, trattamento e fornitura di acqua; commercio all’ingrosso; attività editoriale; Tlc, attività di servizi finanziari escluse le assicurazioni; altre attività professionali; attività di noleggio e leasing; biblioteche, archivi e musei; attività associative;

  • III classe: silvicoltura; estrazione minerali e produzione metalli; industria del tabacco; confezione di articoli di abbigliamento; industria del legno; fabbricazione della carta; fabbricazione in gomma e articoli in plastica; fabbricazione autoveicoli e rimorchi; apparecchiature elettriche; fabbricazione mobili; forniture elettriche; gas e vapore; assicurazioni e fondi pensione; ricerca scientifica e sviluppo; riparazione computer.


Costi vaccino in azienda


I costi per la gestione dei vaccini sono a carico del datore di lavoro, tuttavia, la fornitura e la somministrazione dei vaccini sono a carico dei servizi sanitari regionali.

L’INAIL chiarisce che: “Tutti gli oneri sono a carico del datore di lavoro o delle Associazioni di categoria di riferimento, ad eccezione dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/ aghi), della messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione dell’attività vaccinale.


Chi somministra il vaccino 


Il vaccino può essere somministrato dai medici aziendali e dagli ambulatori messi a disposizione dall’INAIL e dal personale sanitario adeguatamente formato. Il Servizio Sanitario Regionale si rende disponibile per condividere specifici materiali formativi e informativi e l’accessibilità al corso FAD EDUISS “Campagna vaccinale Covid-19: la somministrazione in sicurezza del vaccino anti SARS-CoV- 2/Covid-19”.