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Fatturazione elettronica
Stefania Spoltore
07/03/2024

Responsabile della Conservazione fatture: conosciamolo meglio



Se stai navigando nel vasto mondo della gestione aziendale, sicuramente hai sentito parlare del Responsabile della Conservazione, una figura cruciale per garantire la conformità normativa e la sicurezza dei documenti contabili, in particolare delle fatture elettroniche.


Il responsabile della conservazione fatture è una figura designata all'interno dell'organigramma aziendale per gestire il delicato compito della conservazione a norma dei documenti contabili. La sua designazione non è una mera formalità, bensì una decisione strategica che richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle normative vigenti.


Affinché un individuo sia idoneo a ricoprire questo ruolo, è necessario che possieda una combinazione di competenze tecniche e conoscenze giuridiche. I requisiti includono una solida comprensione delle normative fiscali e contabili, esperienza nel campo della conservazione digitale e familiarità con il software gestionale utilizzato dall'azienda. Continua a scorrere l'articolo per scoprirne di più.



Chi è il Responsabile della Conservazione fatture e come sceglierlo


Se sei al timone di un'impresa, indipendentemente dalla sua dimensione, sai quanto sia cruciale mantenere un'organizzazione impeccabile e conforme alle normative. Il Responsabile della Conservazione emerge come una figura chiave, il custode digitale delle tue fatture e documenti contabili


Nel corso degli anni, questo ruolo ha acquisito sempre più importanza. La sua determinazione è prevista dalla normativa vigente in materia di conservazione dei documenti informatici e i requisiti per la sua definizione sono descritti nelle Linee Guida AgID, entrate in vigore nel gennaio 2022.


Il responsabile della conservazione fatture e documenti contabili coordina l’intero sistema di conservazione dei documenti all’interno di una società privata o PA. Deve possedere adeguate competenze in materia giuridica, informatica e archivista. In molte piccole imprese, artigiani, commercianti e liberi professionisti, il titolare o il responsabile finanziario spesso si trova a svolgere questo ruolo senza forse rendersi conto della sua importanza.


Ecco quali sono i principali requisiti di un Responsabile della conservazione fatture:


  • La scelta della figura di RC deve essere svolta all’interno dell’organizzazione;

  • Il RC deve possedere adeguate competenze sulle normative vigenti e sulla loro applicazione;

  • La figura deve conoscere i sistemi di archiviazione fisica e digitale, conoscere e saper gestire le operazioni di registrazione, firma e classificazione dei documenti.


Le funzioni del Responsabile della conservazione fatture


L’art.7 delle Linee Guida definisce quali sono le funzioni e le competenze del Responsabile della conservazione all’interno di un’organizzazione. Nelle grandi organizzazioni si interfaccia quotidianamente con i responsabili del trattamento dei dati personali, della sicurezza, dei sistemi informativi e della gestione documentale per:


  • Stabilire le caratteristiche e i requisiti dei sistemi di conservazione;

  • Gestire e coordinare i processi di conservazione, verificando la conformità alla normativa vigente;

  • Genera il rapporto di versamento, sottoscrive il pacchetto di distribuzione con firma digitale o elettronica;

  • Monitora il corretto funzionamento del sistema di conservazione;

  • Verifica l’integrità degli archivi e della loro leggibilità;

  • Monitora l’integrità dei sistemi di memorizzazione e delle registrazioni, verifica la presenza di eventuali danni o malfunzionamenti;

  • Effettua back-up dei documenti informatici;

  • Verifica gli accessi alle fatture.

 

Nelle piccole imprese, invece, è il singolo responsabile a dover acquisire tutte le competenze utili per garantire la sicurezza dei documenti aziendali.


La familiarità con il software gestionale utilizzato dall’impresa è un plus, sicuramente facilita l'integrazione delle pratiche di conservazione digitale. Grazie al software di fatturazione elettronica Winfatt la conservazione delle fatture e dei documenti diventa più semplice, con 10 anni di conservazione inclusa delle fatture elettroniche e sistemi di sicurezza all’avanguardia. 


Perché è importante investire in un responsabile della conservazione?


Oltre a garantire la conformità normativa, un responsabile della conservazione competente contribuisce alla riduzione dei rischi legali e fiscali. Una conservazione accurata e sicura dei documenti può facilitare audit e ispezioni senza intoppi, risparmiando tempo e risorse preziose.


Si tratta quindi di un investimento nella tranquillità della tua impresa che contribuisce a costruire una reputazione di affidabilità e conformità, fattori chiave per il successo nel panorama aziendale odierno.


Vi lasciamo i link di approfondimenti:


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Software Gestionale
Stefania Spoltore
16/02/2024

Che cos'è il regime del margine? Esempi, calcolo e vantaggi



Il mondo della logistica e della gestione del magazzino è spesso pieno di complessità fiscale e uno degli aspetti chiave che le aziende devono affrontare frequentemente è il regime del margine.


Il regme del margine è un sistema fiscale applicato alle transazioni di beni usati o di seconda mano. La sua principale caratteristica è che l'IVA viene calcolata solo sulla differenza tra il prezzo di acquisto originale del bene e il prezzo di vendita attuale, anziché sull'intero importo della transazione come avviene nel regime fiscale ordinario.


Se calcolare o meno il regime del margine dipende dal tipo di bene coinvolto e dalla sua storia transazionale. In generale, questo regime si applica a beni usati che sono stati precedentemente acquistati da un soggetto passivo d'IVA (un'azienda o un professionista) e che ora vengono rivenduti senza aver subito modifiche significative.


In questo articolo, esploreremo cos’è esattamente il regime del margine e come può influire sulle operazioni quotidiane di magazzino.



Che cos’è e come funziona il regime del margine


Il regime del margine è un sistema fiscale applicato alle transazioni di beni usati o di seconda mano. Nell'ambito della logistica e della gestione del magazzino, questo regime si applica principalmente a prodotti che sono stati precedentemente utilizzati e ora vengono rivenduti. Al contrario del regime ordinario, in cui l'IVA è calcolata sul prezzo di vendita totale, il regime del margine tassa solo la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita del bene usato.


Per spiegare e comprendere a pieno il suo funzionamento, immagina di gestire un magazzino di articoli usati, come macchinari industriali o veicoli commerciali. Con il regime del margine, l'IVA viene calcolata solo sulla differenza tra il prezzo di acquisto originale e il prezzo di vendita attuale, non sull'intero importo della transazione. Questo può avere un impatto significativo sulle tasse pagate e può rendere più vantaggiosa la vendita di beni usati.


È importante notare che il regime del margine è solitamente applicato in situazioni in cui i beni usati sono oggetto di commercio abituale, come nel caso di attività di compravendita di veicoli usati, macchinari industriali, oggetti d'arte, libri rari, ecc. Per determinare se il regime del margine si applica a una specifica transazione, è consigliabile consultare le leggi fiscali locali o rivolgersi a un professionista del settore.


Esempio di calcolo


Per calcolare il regime del margine facciamo un esempio: se un'azienda acquista un veicolo commerciale usato per 10.000 euro da un altro soggetto passivo d'IVA, decide di vendere il veicolo per 15.000 euro, deve calcolare il regime del margine. Quindi, l'IVA viene calcolata solo sulla differenza tra il prezzo di vendita (15.000 euro) e il prezzo di acquisto originale (10.000 euro), ovvero su 5.000 euro. Si applica l’IVA solo sulla parte che rappresenta un margine di guadagno per il rivenditore.

Quali sono i vantaggi per la gestione della logistica e magazzino?


Il regime del margine offre alle aziende la possibilità di ottimizzare la loro posizione fiscale, riducendo l'impatto delle tasse sulle transazioni di beni usati. Ma non solo, poiché incentivando la vendita di beni usati, il regime del margine contribuisce a stimolare il mercato dell'usato, favorendo la circolazione di beni già presenti sul mercato anziché l'acquisto di nuovi.


In ambito amministrativo, invece, il principale vantaggio è la semplificazione poiché l'IVA è calcolata solo sulla differenza di prezzo, l'amministrazione fiscale può risultare meno complessa rispetto al regime ordinario.


Nel complesso, comprendere il regime del margine è cruciale per le aziende che gestiscono beni usati nella logistica e nella gestione del magazzino. Sfruttare appieno i vantaggi fiscali offerti da questo regime può migliorare la redditività e promuovere la sostenibilità attraverso la gestione oculata delle risorse esistenti.




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Attualità
Stefania Spoltore
05/01/2024

Calcolo IRPEF 2024: analizziamolo insieme


Il 2024 inizia con diversi cambiamenti, a partire dall’obbligo di fatturazione elettronica esteso ormai a tutte le p.iva (compreso il regime forfettario) e all’introduzione della nuova flat tax per chi è in regime ordinario, fino alla riduzione delle aliquote IRPEF.


È ufficiale il passaggio alle nuove aliquote e ai nuovi scaglioni di reddito, confermati con il  decreto di attuazione della riforma fiscale nel Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2023. Si introducono, quindi, delle nuove regole di calcolo IRPEF 2024, che andremo ad analizzare nei prossimi paragrafi.



Ecco cosa cambia con il nuovo calcolo IRPEF su tre aliquote


Solo per quest’anno si estende l’aliquota al 23% sui redditi fino a 28mila euro. Fino ad oggi, come previsto dall’imposta attuata nel 2029, abbiamo calcolato quattro aliquote e un aumento di due punti percentuali per la fascia tra i 15.001 e i 28.000 euro, ma tutto sta per cambiare.


Oggi il primo scaglione è più alto e le aliquote sono tre, relative alle diverse fasce di reddito:


  • 23% fino a 28mila euro;

  • 35% per redditi da 28mila euro fino a 50mila euro;

  • 43% per redditi superiori a 50mila euro.


Contemporaneamente, è stato confermato il taglio del cuneo fiscale e contributivo di cui godono lavoratrici e lavoratori dipendenti con una retribuzione fino a 35.000 euro.


Gli effetti sulla no tax area


Il decreto legislativo in materia di riforma IRPEF modifica anche la no tax area per i dipendenti: l’accorpamento delle prime due aliquote, infatti, provoca un aumento della detrazione fissa riconosciuta sui redditi da lavoro dipendente fino a 15mila euro, che dovrebbe passare a 1.955 euro.


Cosa significa? Che i lavoratori dipendenti e pensionati con redditi fino a 8.500 euro dovrebbero essere totalmente esentati dalle imposte, mentre fino al 31 dicembre 2023 la soglia era di 8.145 euro. La soglia di 5.500 euro per i lavoratori autonomi resta invariata.


Assistiamo dunque ad un aumento di 75 euro e di conseguenza si modificano le regole per il calcolo dei requisiti di accesso ai bonus IRPEF: hanno diritto al bonus di 100 euro in busta paga i dipendenti con redditi fino a 15mila euro, la cui imposta lorda è superiore alle detrazioni per il lavoro dipendente (a cui si sottrae un importo di 75 euro).


Calcolo IRPEF 2024


Per calcolare l’IRPEF dovuta è importante essere a conoscenza di due informazioni: l’importo dello stipendio lordo e gli scaglioni IRPEF. 


In questo modo è possibile determinare il reddito mensile, sottrarre gli oneri deducibili per ottenere l’imponibile fiscale, applicare la relativa aliquota IRPEF e ottenere l’imposta lorda. Da questa, è possibile sottrarre le detrazioni fiscali IRPEF.


Oltre allo stipendio lordo, fanno reddito anche le indennità e gli assegni vari (non quelli per il nucleo familiare), le indennità di trasferta e lo stipendio al netto dei contributi INPS a carico del lavoratore.

 

Ecco un esempio di calcolo: con un reddito lordo di 40mila euro, un individuo dovrà pagare fino a 28mila euro con il 23% di aliquota (6.440 euro) e i restanti 12.000 euro con il 35% di aliquota (4.200  euro). L’IRPEF dovuta è pari a 10.640 euro.





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