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Attualità

Avvio fattura elettronica, pratiche commerciali scorrette

Mancano poco più di due mesi all’entrata in vigore della norma che prevede l’obbligo di fatturazione elettronica per partite Iva.

Per aziende e commercialisti è arrivato il momento della scelta degli strumenti giusti per adeguarsi a quanto previsto dalla nuova legge.


Abbiamo appreso nei giorni scorsi dai giornali che L’Associazione Nazionale dei Commercialisti (ANC) si è fatta portatrice di alcune importanti perplessità sull’andamento del processo di digitalizzazione indirizzando una lettera al Garante per la Privacy, una ad Assosoftware ed una all’Antitrust. 


Nelle lettere si chiede immediato intervento da parte degli enti per scongiurare attuali e future conseguenze per gli utenti.



I “dati sensibili”


I primi timori riguardano la gestione dei dati sensibili, da comunicare all’Agenzia delle Entrate, ovvero la privacy dei dati che viaggeranno in digitale.


Nella lettera indirizzata al Garante per la Privacy si richiede di fissare regole per la gestione corretta e trasparente dei dati eliminando la possibilità di cessione a terze parti per la formulazione di strategie commerciali e concorrenziali.


Secondo Anc, guidata da Marco Cuchel, questo è uno dei possibili scenari da scongiurare.

Cuchel scrive al Garante: «Vi è il concreto rischio che i dati contenuti nelle fatture, e che riportano informazioni personali e sulle transazioni commerciali, possano essere oggetto di interesse da parte di terzi, motivati a conoscere le scelte degli operatori economici e profilarne le caratteristiche».


Ma trattandosi di dati che devono essere obbligatoriamente comunicati alle Entrate serve un divieto generalizzato relativo al loro utilizzo, non basta negarne il consenso da parte delle aziende.

A tal proposito l'Anc sottolinea che:


«non possono in alcun modo essere oggetto di uso commerciale o pratiche professionali improprie».


Ma non finisce qui. 

Allo stato attuale la vera minaccia deriva da alcune software house che allettate da nuovi possibili profitti stanno creando un allarmismo diffuso tra commercialisti e clienti diffondendo notizie false e tendenziose.



L’intervento richiesto ad Assosoftware


Nella lettera inviata ad Assosoftware, l’Associazione Nazionale che riunisce i produttori di Software Gestionale e Fiscale che fa capo a Confindustria, l’Anc denuncia le pratiche commerciali poco ortodosse messe in atto da alcuni da alcune software house per accaparrarsi fette di mercato.


Tali aziende hanno fatto disinformazione diffondendo false notizie nel tentativo di assicurarsi una maggiore clientela.


L’Associazione dei commercialisti scrive:


«Alcuni dei Vostri associati, con varie modalità (messaggi di posta elettronica certificata, posta elettronica ordinaria, convegni pubblici, incontri privati) stanno veicolando comunicazioni tendenti a condizionare le scelte dei commercialisti per indurli, in particolare, a non adottare soluzioni indipendenti per la gestione della fatturazione elettronica».


Una sorta di strategia del “terrore” dove si profilano scenari pericolosi con “fatture elettroniche sbagliate” che rischiano di minare l’intero programma, e per scongiurarne il rischio si chiedono importi eccessivi e fuori mercato.


Quello che va ancora una volta sottolineato è che il tracciato XML della fattura elettronica è universale ed è stabilito e regolato dalla legge Italiana. Ogni operatore del mercato dovrà rigorosamente attenersi a questo ed a tutte le disposizioni previste dalla norma.Indi per cui non può esistere nel mercato italiano un software “fuorilegge” che produca fatture non conformi e che non possano essere scambiate con altre aziende o elaborate dai gestionali in uso ai commercialisti.


Una fattura quindi potrebbe essere errata nei contenuti inseriti da chi l’ha prodotta ma non di certo nel formato elaborato dal software.

In caso di errore la fattura viene semplicemnte riutata dal sistema dal SdI (sistema di Interscambio) per poter essere corretta. 



La lettera all’Antitrust


Sembra essersi scatenata una vera e propria guerra commerciale, priva di regole, tra alcune software house che, nella caccia al cliente, utilizzano strategie a dir poco scorrette nel tentativo di cancellare la concorrenza dal mercato.


l’Anc, nella lettera rivolta all'Antitrust,  ha riportato le segnalazioni ricevute dai propri associati:


«alcune software house tentano di dissuadere i commercialisti dall'avvalersi di piattaforme di fatturazione elettronica diverse da quelle fornite dai gestionali già in uso, paventando eventuali malfunzionamenti che potrebbero ricadere sull'intero sistema di contabilità, per la risoluzione dei quali non si garantirebbe l'assistenza prevista dal contratto».


Comportamenti a dir poco scorretti, funzionali alla conquista di una posizione di predominio sul mercato e, secondo Anc, a mantenere un livello di prezzi concordato tra un gruppo di esercenti, escludendo, di fatto, la concorrenza.


La guerra è ovviamente a discapito delle aziende di software minori presenti sul mercato che con queste “operazioni sporche” rischiano di essere spazzate via pur offrendo soluzioni a norma, efficienti, e con prezzi decisamente più contenuti rispetto ai “big”, ovvero a tutto vantaggio del consumatore finale.


Grazie all’Anc sono stati messi in luce aspetti cruciali per i quali si attende una dura e repentina risposta.


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